Io Klimt

Bellezza, Splendore, Oro

 

a cura di  Francesco Gallo Mazzeo


09 febbraio 2013
07 aprile 2013

Sala dell’Arengo, Palazzo dei Consoli, Gubbio
Sala Via Lucarelli, Gubbio

Inaugurazione

Sabato 9 febbraio 2013 ore 12.00

 

 

 

 

 

 

Sergio Pausig /El Árbol de la Vida



L’Albero della Vita della tradizione ebraica, probabilmente già presente in culture antiche, apparve in seno alle scuole rabbiniche nel III secolo per poi diffondersi più globalmente nel XIII secolo, in particolare nel sud della Francia e della Spagna. Pur in forme differenti, la sua essenza rappresenta le leggi dell’Universo che regolano l’atto creativo nel Macrocosmo (l'Universo) come nel Microcosmo (l'Essere Umano).

L’arte figurativa risulta influenzata da tale suggestione e, fra tutte, emerge l’interpretazione de L’Albero della vita di Gustav Klimt, realizzato tra il 1905 e il 1909 a Bruxelles. Alcuni degli elementi lì rappresentati si possono leggere oggi nella visione dell'albero della vita realizzata da Sergio Pausig: l'attenzione per la natura e per le sue forme e colori, per la ricchezza del suo rinascere continuo ma anche per l’incredibile necessità della sua architettura.

Una pianta rigogliosa e sognante, quella di Pausig nel suo "El Árbol de la Vida", che si articola in due pannelli separati (120 cm. di base e 204 cm. di altezza), tenuti insieme da tre elementi circolari, quasi monete preziose che sembrano essere il perno di un albero negato, dal momento che il suo fusto è una fascia bianca: inesistente, cancellato, sottratto. Un albero senza corpo né radici, che più che suggerire l'idea di stabilità, di radicamento e forza, fa pensare maggiormente alla sua capacità di adattamento, alla sua fluidità e morbidezza, alla tensione verso l'espansione.

I frutti e le foglie sono microorganismi palpitanti e vitali, che si agitano al sorgere di un nuovo giorno, di un’alba chiara e calda. Un risveglio della natura declinato in gialli solari, rossi fuoco e verdi marezzati. Anche il titolo, recitato in spagnolo, come spesso nell'opera di Pausig, richiama influenze esotiche e tropicali, tratte dall'esperienza diretta di nature lussureggianti vissute in Sud America e, in particolare, in Colombia.

E se alla tela, supportata da una struttura lignea, è riservata la parte vitale ed espansiva del gesto creativo, è nella serie dei disegni, che completa il progetto "El Árbol de la Vida" di Pausig, che troviamo il dettaglio, la precisione scientifica di questa avventura straordinaria. La scelta di spostare lo sguardo al particolare, quasi come se analizzato al microscopio, porta l’attenzione alla complessità e alla precisione che sottende la natura e i suoi meccanismi vitali, dove nulla è causale né senza uno scopo preciso. Ricchi di dettagli e di presenze, le 12 tavole di Pausig fungono da lenti di ingrandimento del frame work generale. Ed è proprio questo il senso dell'albero della vita, come sintesi di un'alternanza necessaria - universale e individuale – di concetti e dettagli, di vuoti e pieni, di positivo e negativo. Un significato che Pausig, che vive tra il Nord e il Sud d’Italia e a cavallo tra cultura mitteleuropea e cultura mediterranea, conosce bene e che porta nel suo lavoro con armonia e intensità.




Sergio Pausig/El Árbol de la Vida


Probably already present in ancient cultures, the Tree of Life in the Jewish tradition appeared within the rabbinical schools in the 3rd century, before spreading more globally in the 13th century, particularly in the south of France and Spain. Even if in different forms, its central essence are the laws that govern the creative act in the Macrocosm (the Universe) as in the Microcosm (the Human Being).
The figurative art is influenced by this suggestion and, among all, emerges the interpretation of 'The Tree of Life" by Gustav Klimt, realized in Brussels between 1905 and 1909. Some of the items shown there can be read today in the vision of the tree of life created by Sergio Pausig: attention for nature and for its shapes and colors, for the richness of its continuous reborn but also for the incredible need for its architecture.
A dreamy and lushly plant, the one of Pausig in his "El Árbol de la Vida", which is divided into two separate panels (120 cm. of base and 204 cm. in height), held together by three circular elements, almost precious coins which seem to be the pivot of a tree denied, since its stem is a white band: non-existent, deleted, removed. A tree without roots or body, which more than suggesting the idea of stability, rootedness and strength, makes us think more to its adaptability, its fluidity and softness, its tension towards expansion.
The fruits and leaves are vibrant and vital microorganisms, that surge to the rise of a new day, the dawn clear and warm. An awakening of nature declined in sunny yellows, reds and green speckled fire. Even the title, recited in Spanish, as is often in the work of Pausig, draws exotic and tropical influences, drawn from the direct experience of a lushly still lived in South America and, in Particular, in Colombia.
And if the canvas, supported by a wooden structure, is reserved for the expansive and vital part of the creative act, it is in the series of drawings, which completes the project "El Árbol de la Vida" by Pausig, where we find the details and the scientific accuracy of this extraordinary adventure. The decision to move the eye to detail, almost as if under a microscope Analyzed, brings attention to the complexity and precision That underlies nature and its vital mechanisms, where nothing is causal or purposeless. Rich in detail and attendance, the 12 tables of Pausig act as magnifiers of general frame work. And this is the meaning of the tree of life, as a synthesis of alternating necessary - universal and individual - of concepts and details, empty and full, positive and negative. A meaning that Pausig, who lives between the North and the South of Italy and the turn of Central European cultures and Mediterranean cultures, knows well and that brings in his work with harmony and intensity.




Marta Moretti Venice 30.07.2012


 

 

El Árbol de la Vida

190 mm. Ø

Bassorilievo in paste di argilla Polimerica

Smalto Oro Sintetico